La seconda giornata dell’Annual Meeting del World Economic Forum si è concentrata sui leader europei, con un intervento significativo della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. Durante il suo discorso, von der Leyen ha evidenziato la necessità di un cambiamento in Europa, affermando che “i giorni in cui l’Europa si è affidata all’energia a basso costo dalla Russia e ha esternalizzato la propria sicurezza sono finiti”. Ha annunciato che Mario Draghi presenterà un rapporto sulla competitività europea, essenziale per la tabella di marcia della Commissione per i prossimi cinque anni, con focus su produttività, innovazione e decarbonizzazione.
Nel pomeriggio, sono attesi il presidente ucraino Zelensky e il presidente israeliano Herzog, insieme al leader dell’opposizione tedesca Friedrick Merz. Ci si prepara all’intervento in videoconferenza del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, giovedì, con speculazioni sulla presenza di personalità come Elon Musk.
I leader dei media a Davos hanno discusso dell’impatto della nuova presidenza Trump sulla politica estera degli Stati Uniti. Patrick Foulis di The Economist ha descritto l’agenda di Trump come un’espressione più vigorosa del potere americano. Le aspettative su un cessate il fuoco in Ucraina sono state messe in dubbio, con Sam Jacobs che ha sottolineato che Trump potrebbe non investire tanto quanto gli Stati Uniti hanno fatto finora.
Discussioni importanti riguardano anche le tensioni tra Stati Uniti e Cina e l’impatto delle nuove tariffe, con i consumatori previsti come i principali a risentirne. Al-Oraibi ha aggiunto che l’imprevedibilità di Trump riflette l’imprevedibilità del mondo attuale, suggerendo che il prossimo mandato potrebbe essere molto più instabile del precedente.