Le recenti votazioni sullo statuto del Movimento Cinque Stelle hanno confermato le scelte degli iscritti nella prima consultazione, con un quorum del 65%, superiore al 61% della votazione precedente. Questa volta ci sono stati 4.000 iscritti in più a votare, evidenziando un desiderio di cambiamento all’interno del Movimento. Le modifiche approvate includono l’eliminazione del ruolo del Garante, rappresentato da Beppe Grillo, e la rimozione del limite dei due mandati elettivi. Giuseppe Conte, presidente del Movimento, ha sottolineato che ora si volta pagina e che ci sono battaglie da affrontare insieme per il bene del Paese.
Il voto bis è stato fortemente voluto da Grillo, che aveva anticipato una possibile sconfitta. Dopo la votazione del 21-24 novembre, che aveva rafforzato le posizioni di Conte, si è verificato uno scontro aperto tra i due leader. Per il secondo voto, era necessario superare il quorum del 50% più uno degli aventi diritto, e con una partecipazione aumentata dei membri, le previsioni si sono rivelate corrette.
Il 24 novembre, l’assemblea costituente del Movimento ha votato a larga maggioranza per la rimozione della figura del Garante e per l’abolizione del limite dei mandati. I “contiani” erano fiduciosi nel superamento del quorum anche in questa tornata. Conte ha smentito le ipotesi di scissione, criticando Grillo per il suo comportamento da “monarca assoluto” e il suo disconoscimento del percorso intrapreso dagli iscritti.
I contrasti tra Conte e Grillo sono di lunga data, culminati dopo l’assemblea costituente. Grillo ha criticato Conte definendolo “Mago di Oz” e invitando gli iscritti a disertare la votazione. In una lettera ironica, ha suggerito che Conte sarebbe l’uomo giusto per guidare il Partito Democratico, sottolineando i risultati ottenuti nella migrazione di voti dal Movimento verso il PD.
Grillo ha presentato questa lettera come una referenza per Conte, evidenziando i voti trasferiti e la sua capacità di portare imprevedibilità e strategia nel partito. La situazione all’interno del Movimento Cinque Stelle rimane tesa, con il futuro che appare incerto tra le varie fazioni e le ambizioni di leadership.