L’Abruzzo è in zona rossa per gli incidenti mortali sul lavoro, occupando una delle posizioni più alte di rischio insieme ad altre regioni italiane. Secondo l’Osservatorio sicurezza e ambiente Vega, oltre metà del Paese è in fascia critica. Fino ad aprile 2025, si sono registrati 211 infortuni mortali, di cui 8 in Abruzzo, con un’incidenza superiore alla media nazionale (8,8 morti ogni milione di lavoratori). Chieti si distingue negativamente con 4 decessi, mentre Pescara conta 3 morti. Teramo ha registrato un decesso e L’Aquila non ha avuto incidenti mortali nel periodo considerato.
Il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, ha sottolineato che c’è un aumento del 8,6% delle vittime rispetto allo stesso periodo del 2024, con 23 morti in più. Le province abruzzesi mostrano tassi di incidenza allarmanti, con Chieti al sesto posto in Italia per mortalità sul lavoro.
Sette regioni, tra cui l’Abruzzo, e altre sei in zona arancione, presentano tassi infortunistici oltre la media nazionale. Una nuova normativa sulla formazione sulla sicurezza è stata approvata per aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro.
In generale, gli ultrasessantacinquenni e i lavoratori tra i 55 e i 64 anni risultano maggiormente a rischio. Nel primo quadrimestre, 28 donne sono decedute in incidenti sul lavoro, mentre gli stranieri morti sono 39. Il settore delle costruzioni è il più colpito, seguito da trasporti e attività manifatturiere. Il venerdì è il giorno con il maggior numero di infortuni mortali. A livello nazionale, fino ad aprile di quest’anno, sono state registrate 71.598 denunce per infortuni sul lavoro.
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Fonte: www.ilcentro.it