Gli abusi edilizi rappresentano una problematica rilevante per molti, sia in ambito edilizio che fiscale. In situazioni specifiche, infatti, il Comune può acquisire un immobile in caso di abusi. L’abuso edilizio si configura come un illecito quando opere di costruzione vengono realizzate senza le necessarie autorizzazioni, o in difformità rispetto a quanto approvato. Ciò include interventi privi di titolo abilitativo, lavori effettuati in totale o parziale difformità, e modifiche essenziali non autorizzate.
Recentemente, il TAR ha trattato un caso di abuso edilizio a Roma con la sentenza n. 23222/2024, confermando un’ordinanza di demolizione e accogliendo solo parzialmente la richiesta di acquisizione al patrimonio pubblico. I giudici hanno sottolineato che l’ordinanza di demolizione si basava su opere costruite senza permesso, mentre la successiva acquisizione riguardava terreni e costruzioni abusive, a seguito di un procedimento di inadempienza.
Nella sentenza, il TAR ha respinto l’impugnazione riguardante la demolizione, evidenziando la mancanza di prove difensive. Al contrario, ha accolto parzialmente la questione relativa all’acquisizione, lamentando l’assenza di una chiara delimitazione delle aree coinvolte. Il Comune ha quindi formalizzato il trasferimento di proprietà e la registrazione nei registri immobiliari, ma ha dovuto rivedere vari aspetti critici, come la perimetrazione esatta del terreno acquisito e la regolarizzazione catastale.
In sintesi, gli abusi edilizi possono avere conseguenze gravi, e il Comune ha il potere di intervenire in maniera sostanziale per tutelare il territorio.