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giovedì, 1 Maggio, 2025
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Allevamenti intensivi e inquinamento: le responsabilità politiche

Negli anni Sessanta, il motto “il personale è politico”, creato dalla femminista Carol Hanisch, si è trasformato nel concetto che “il cibo è politica”, come sostiene Fabio Ciconte, scrittore ed esperto delle filiere alimentari. Nel suo libro “Il cibo è politica”, analizza la crisi ecologica, sociale e climatica legata al consumo alimentare consapevole. Ciconte si interroga sulla responsabilità dei consumatori nel scegliere cibo buono, equo e sostenibile, ma sottolinea che le vere responsabilità risiedono nella politica e nelle aziende, in particolare nelle multinazionali che producono la maggior parte delle emissioni di gas serra.

Il libro evidenzia le contraddizioni dei sistemi alimentari, come il paradosso del prezzo, che può essere troppo alto per chi fatica ad arrivare a fine mese, ma troppo basso per garantire una giusta remunerazione dei produttori. Ciconte critica anche la disparità di informazioni che lascia i consumatori in balia di messaggi contraddittori riguardo al consumo di carne e sostenibilità ambientale.

Per affrontare la crisi, Ciconte propone diverse strategie: un salario minimo, una corretta valutazione del prezzo del cibo, la riduzione delle emissioni di CO2, una transizione ecologica per gli agricoltori e un cambio del modello zootecnico. La guerra in Ucraina ha ostacolato l’approvazione del Green Deal europeo, mettendo in secondo piano le misure ecologiche necessarie per una produzione sostenibile.

Infine, Ciconte conclude che solo un’azione collettiva può affrontare le sfide contemporanee, ponendo l’accento sull’importanza di considerarsi cittadini attivi anziché semplici consumatori, restituendo così valore al voto e alla partecipazione.

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