Andrea Di Nino è morto il 21 maggio 2018 nel carcere Mammagialla di Viterbo, e i suoi familiari sono convinti che sia stato ucciso. Le indagini sono state riaperte dalla procura di Viterbo, con l’ipotesi di omicidio volontario a carico di ignoti, supportata anche dal racconto di un testimone. La morte di Andrea è oggetto di un processo per omicidio colposo contro diversi responsabili del carcere, mentre la famiglia chiede la sospensione del procedimento alla luce delle nuove indagini.
Il testimone afferma di aver visto tre agenti penitenziari entrare nella cella di Andrea, in preda a urla e richieste di aiuto. Nonostante l’ipotesi ufficiale di suicidio, la famiglia di Andrea è scettica, sostenendo che non si sarebbe mai tolto la vita, specialmente considerando che stava per ottenere gli arresti domiciliari. Inoltre, Andrea aveva espresso preoccupazioni per la sua sicurezza all’interno del carcere e aveva riferito di essere stato minacciato da un agente.
Il giorno della sua morte, Andrea era in isolamento per una lite e aveva chiesto un accendino. Il testimone ha visto arrivare gli agenti e ha sentito le loro urla contro di lui, seguite da un silenzio inquietante, durante il quale uno degli agenti avrebbe detto: «Questo non si riprende più, questo è morto». Andrea è stato successivamente trovato impiccato nella sua cella, ma la modalità e le circostanze della sua morte sollevano dubbi e sospetti su possibili abusi da parte del personale carcerario.