La decisione di iscrivere nel registro degli indagati il presidente del Consiglio, due ministri e un sottosegretario coincide con la discussione sulla riforma della Giustizia. Antonio Tajani, intervistato dal Tempo, esprime delusione per la protesta di alcuni magistrati contro la riforma. Secondo lui, la maggioranza dei magistrati lavora senza fare propaganda politica. Critica l’indagine su Meloni, definendola singolare e motivata politicamente. Tajani considera infondati i segnalati dal Procuratore Lo Voi e prevede un’inevitabile archiviazione della questione. Riguardo alle accuse verso il governo di non informare il Parlamento, ricorda che il ministro Piantedosi ha già riferito e che sarebbe inappropriato discutere immediatamente dopo la decisione del Procuratore. Sottolinea che il potere giudiziario non appoggia la riforma della giustizia proposta dal governo, il quale ha ottenuto un mandato popolare per attuarla.
Tajani sottolinea l’importanza di rispettare le regole della democrazia e critica l’uso del potere giudiziario per opposizione politica, suggerendo che ciò complicherebbe ulteriormente la situazione. Riguardo al caso Almasri, fa notare che la richiesta di arresto è coincisa con il suo ingresso in Italia e presenta errori, sottolineando che il Ministero dell’Interno ha optato per la sua espulsione per motivi di sicurezza. Infine, il vertice a Palazzo Chigi ha focalizzato l’attenzione sull’immigrazione, evidenziando buoni risultati ma anche un aumento delle partenze dalla Libia. Tajani annuncia che l’Italia sta elaborando una strategia per contrastare le migrazioni irregolari, coinvolgendo anche l’Europa.