L’era di riduzione delle armi nucleari, iniziata dopo la Guerra Fredda, sta per concludersi, secondo Hans Kristensen della Federation of American Scientists. L’Annuario del Sipri stima attualmente 12.241 testate nucleari a livello globale, di cui 9.614 stoccate e 3.912 dispiegate. La maggior parte appartiene a Russia e Stati Uniti, che detengono circa il 90% del totale e stanno modernizzando i loro arsenali. La Cina, con almeno 600 testate, cresce rapidamente, mentre Francia e Regno Unito stanno ampliando i loro programmi nucleari. India e Pakistan aumentano anche i loro arsenali, con la Corea del Nord che prioritizza il suo programma nucleare.
Un report recente di ICAN evidenzia un incremento del 11% in un anno dei costi complessivi degli arsenali globali. Contrariamente alla crescita di questi arsenali, l’attenzione rimane rivolta al potenziale nucleare dell’Iran, nonostante non vi siano prove di un programma d’armamento attivo. Gli attacchi israelo-americani potrebbero addirittura alimentare la pressione in Iran per sviluppare un proprio arsenale.
Per mitigare il rischio di un conflitto più ampio, esperti suggeriscono di ripristinare l’accordo sul nucleare del 2015 o crearne uno nuovo, insieme a una zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente. La vera soluzione risiede nel disarmo globale, come indicato dal Trattato sulla proibizione delle armi nucleari del 2017, che punta a eliminare queste armi tramite misure multilaterali e verificate.
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Fonte: ilmanifesto.it