Oggi si svolgeranno i Cda di Poste e Cdp, che potrebbero ufficializzare il trasferimento della quota del 9,8% di Tim detenuta da Cassa Depositi e Prestiti a Poste Italiane, la quale è partecipata al 35% da Cdp. In cambio, Cdp potrebbe acquisire il 3,8% di Nexi, attiva nei pagamenti elettronici, più un conguaglio. Questa operazione viene vista da alcuni analisti come un tentativo del governo italiano di contrastare gli interessi di Iliad, guidata dal francese Xavier Niel, e del fondo britannico CVC Capital Partners nei confronti di Tim. Ieri, il titolo di Telecom Italia ha subito un crollo del 7,59%, scendendo a 0,275 euro, mentre Poste ha chiuso a -0,51%. Cdp aveva acquisito la sua quota di Tim nel 2018 a circa 80 centesimi per azione. Gli analisti di Banca Akros sostengono che l’ingresso di Poste in Tim sospenderebbe i progetti di fusione con Iliad e CVC. Il fondo CVC avrebbe mostrato interesse per la quota del 23,75% di Vivendi, principale azionista di Tim. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato in Senato che il Mef accoglie le richieste di colloqui, ma che l’obiettivo sarà sempre quello di tutelare l’interesse nazionale. L’ad di Tim Pietro Labriola ha negato contatti con Iliad e Poste, sottolineando che l’attenzione è stata rivolta alla chiusura del piano aziendale. La Cgil ha espresso preoccupazioni riguardo al futuro di Tim, auspicando che l’eventuale ingresso di Poste sia sostenuto da un valido progetto industriale e non solo da un intervento temporaneo per prevenire problemi occupazionali.
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