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Aventino: Un Pilastro della Storia Politica Italiana

Aventino, inteso come isolamento e rifiuto, è tornato a essere rilevante nelle ultime settimane in seguito alla decisione del PD di non partecipare alle votazioni per il CDA della Rai. Questo termine ha connotazioni negative, simboleggiando storicamente isolamento e sconfitta. Cento anni fa, si è assistito a una secessione parlamentare, nota come “Aventino”, attuata dai deputati antifascisti dopo il rapimento e l’omicidio di Giacomo Matteotti, che aveva denunciato brogli elettorali e violenze fasciste. Il 27 giugno 1924, i deputati, riuniti a Montecitorio, decisero di abbandonare i lavori parlamentari, rifiutandosi di entrare in aula finché non fossero state abolite le milizie fasciste e ripristinata l’autorità della legge. Questo gesto di protesta avrebbe richiesto venti anni e una guerra devastante per ottenere risultati significativi.

L’Aventino ha radici antiche nella storia politica italiana, risalendo all’epoca della Roma originaria. La secessione dei plebei, che rifiutarono di lavorare a causa delle angherie aristocratiche, rappresenta il primo sciopero della storia. La situazione si risolse quando il console Menenio Agrippa utilizzò una metafora sul corpo umano per spiegare l’importanza della cooperazione sociale, mostrando che la discordia avrebbe portato alla rovina di tutti.

Il colle Aventino, che sorge sopra il Tevere, è stato il primo abitato agli albori della preistoria, con accesso diretto al fiume e alla via commerciale verso Etruria e Sabina. Inizialmente abitato da una popolazione antica nota come Liguri, il colle fu poi conquistato dai romani, che dispersero i Liguri e cancellarono la loro memoria. Nel XIX secolo, due studiosi francesi, Henri D’Arbois de Juhainville e Alfred Merlin, descrissero i Liguri come la più antica popolazione europea e come i primi abitanti dell’Aventino. Tuttavia, la loro eredità fu soppressa, in quanto i francesi non potevano accettare di discendere da un popolo di sconfitti, identificandosi piuttosto con i galli, i quali furono sconfitti da Giulio Cesare. Persiste dunque il paradosso della memoria storica associata al colle Aventino, un simbolo di resistenza e di sconfitta nella storia italiana.

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