ROMA. La situazione internazionale preoccupa il governo italiano nell’eventualità di un intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran. L’Italia teme, in particolare, per le sue truppe schierate in Libano e in Iraq, ma anche per il possibile coinvolgimento delle numerose basi militari presenti nel paese, circa 120, tra cui quelle a comando statunitense, della NATO e strutture miste. Queste basi, considerate punti strategici per le operazioni nel Mediterraneo e in Medio Oriente, hanno visto un aumento dell’attività militare nelle ultime settimane, con un irrigidimento dei controlli in ingresso.
Il governo italiano mantiene una posizione di attesa, come sottolineato dalla Premier Giorgia Meloni, che ha dichiarato di affrontare la questione solo se ci sarà una richiesta da parte degli Stati Uniti. Tuttavia, le fonti ufficiali riferiscono che finora non sono state comunicate indicazioni specifiche. Al contempo, la Spagna ha confermato l’arrivo di aerei statunitensi nelle sue basi, ma ciò è visto come un passo prematuro rispetto alla posizione italiana, che preferisce una strategia di de-escalation.
Durante il recente G7 in Canada, i leader occidentali hanno enfatizzato l’importanza di mantenere aperti i canali diplomatici per mitigare le tensioni con l’Iran. L’Italia, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sta cercando di rilanciare i negoziati sul nucleare, già avviati in passato. Tuttavia, l’eventualità di un’escalation rimane alta, con timori che il conflitto possa investire l’Europa, soprattutto se l’Iran decidesse di minacciare il traffico marittimo nello stretto di Hormuz.
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Fonte: www.lastampa.it