La nuova stagione della Division I di NCAA, il campionato di basket universitario statunitense, è iniziata. Questo evento non riguarda solo gli Stati Uniti, poiché ci giocano anche alcuni dei più promettenti cestisti italiani, come Achille Lonati e Dame Sarr.
Da quest’anno, i migliori giocatori-studenti potranno essere pagati direttamente dalle università. Questo cambiamento è rilevante perché fino a pochi anni fa non si guadagnava nulla giocando a basket nelle università statunitensi.
Un numero sempre più alto di promettenti cestisti europei preferisce giocare nelle università statunitensi, attratti dalle maggiori possibilità di guadagno e dalla prospettiva di giocare poi in NBA. Nella stagione 2016-2017 nella Division I maschile di basket NCAA giocavano 182 giocatori europei, mentre nella stagione 2024-2025 erano 343, quasi il doppio.
Il basket è lo sport più praticato in Europa tra quelli più popolari negli Stati Uniti, e le nuove regole sugli stipendi in NCAA sono un grande problema per le squadre europee di basket.
I campionati universitari statunitensi, soprattutto quelli di basket e football americano, sono molto seguiti e di conseguenza ci girano attorno molti soldi. Fino a pochi anni fa, però, gli atleti erano esclusi dalla ridistribuzione di questi guadagni perché la NCAA li considerava dei “dilettanti”.
Da alcuni anni, però, il sistema universitario statunitense è cambiato a fronte di numerose cause legali in cui molti ex atleti-studenti avevano accusato l’NCAA di trarre profitto dai loro diritti d’immagine senza ricompensarli. Nel 2021 la NCAA introdusse il sistema NIL, che permette agli atleti-studenti universitari e liceali di guadagnare grazie a sponsorizzazioni, pubblicità e accordi commerciali.
Da quest’anno, la NCAA permetterà alle università di usare fino a 20,5 milioni di dollari per pagare direttamente i propri giocatori. Questo cambiamento sta diventando un grande problema per il basket europeo, poiché molti dei suoi migliori talenti scelgono di giocare negli Stati Uniti.

