L’allerta è scattata nella notte tra il 3 e il 4 maggio a Bergamo, quando un ragazzo di 26 anni, R.C., è deceduto durante una maxi rissa che ha coinvolto circa dieci giovani, armati di bastoni e spranghe. La lite è iniziata in Borgo Santa Caterina per motivi legati a rivalità calcistiche, per poi spostarsi in via Ghirardelli, a poche centinaia di metri di distanza. Nel corso dello scontro, un 18enne ha fatto ritorno a casa per prendere un coltello e, una volta tornato, ha colpito R.C. con numerosi fendenti alla schiena.
Nonostante l’intervento immediato dei sanitari del 118, che sono giunti sul luogo con un’ambulanza e un’auto medica, i tentativi di rianimare il giovane sono stati vani. L’aggressore, dopo l’accaduto, si è costituito ai carabinieri, ammettendo le proprie responsabilità, e ha consegnato l’arma utilizzata per l’omicidio, presumibilmente un coltello da cucina.
La rissa è avvenuta in una piccola via laterale nei pressi dello stadio, in un contesto di aspre rivalità giovanili legate al calcio, che hanno purtroppo portato a questo tragico epilogo. La situazione ha generato preoccupazione nella comunità locale, già colpita da episodi di violenza giovanile. L’accaduto mette in luce non solo il problema della violenza nel contesto sportivo, ma anche la necessità di interventi per prevenire tali tragedie in futuro.