Bill Evans era un musicista unico, descritto come un “professore di Harvard all’angolo di una strada di Harlem” per la sua apparenza e il suo stile musicale. Il suo suono era caratterizzato da un “fuoco tranquillo”, una definizione precisa che riflette la sua capacità di creare una musica unica e coinvolgente. Evans utilizzava come base il pop song americano e gli standard jazz, lavorando su una voce strumentale unica e con un fuoco che riscaldava la musica.
Il pianista Enrico Pieranunzi ha scritto un libro su Bill Evans, “Bill Evans. Ritratto d’artista con pianoforte”, che è stato pubblicato originariamente negli anni Novanta e ora è stato ristampato in una nuova edizione ampliata. Il libro è una sorta di lunga recensione, dove Pieranunzi riascolta i dischi di Evans e prende appunti, raccontando e interpretando il lavoro del musicista con sensibilità, commozione e ammirazione.
Il libro non si limita a parlare della musica suonata, ma anche della vita di Bill Evans, del suo rapporto con la famiglia, dei lutti che ha dovuto affrontare e della tossicodipendenza. Tuttavia, Pieranunzi va sempre al sodo “musicale” e non cede all’agiografia o all’aneddotica, concentrandosi sull’opera del musicista e sulla sua arte. Il libro è un ottimo modo per ripassare l’arte di Bill Evans partendo dai dischi, in compagnia di un grande pianista come Pieranunzi.
