Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv, informa che il suolo nell’area del tempio di Serapide a Pozzuoli si è sollevato di circa 4 metri dal 1950, attualmente superando il livello del mare di 1,50 metri. La stazione di rilevamento dell’Osservatorio Vesuviano ha registrato un innalzamento di 140 centimetri dal 2005, con le massime tensioni di sollevamento al porto di Pozzuoli. Questo fenomeno, noto come bradisismo, è accompagnato da sismicità e anomalie geochimiche nelle fumarole della Solfatara. Negli ultimi vent’anni, il sollevamento è aumentato da 1 a 3 centimetri al mese.
Bianco spiega che i terremoti nella zona non sono anomali ma correlati al processo di sollevamento che genera tensioni. Gli ipocentri si trovano a una profondità massima di 5 km nel golfo e 4 km a terra. Il recente terremoto, considerato il più forte degli ultimi 50 anni, ha prodotto accelerazioni al suolo elevate, con una magnitudo potenziale futura stimata tra 5 e 5.1, sebbene improbabile.
La caldera dei Campi Flegrei non è collegata ad altri vulcani attivi come il Vesuvio, avendo camere magmatiche differenti. La zona è tra le più monitorate al mondo, con numerosi sensori e telecamere che rilevano costantemente parametri sismici e vulcanologici. Sebbene l’aumento dell’anidride carbonica nelle fumarole possa segnalare attività magmatica, non ci sono indicazioni di un’imminente eruzione. L’ultima eruzione è avvenuta nel 1538 e non ci sono anomalie che suggeriscano un’eruzione a breve termine, ma la caldera rimane un vulcano attivo.