Bufera politica in Italia su tre temi principali: il nuovo stop dei treni, l’ultimatum del governatore del Veneto Luca Zaia e lo scudo penale per la Polizia. I partiti di opposizione criticano il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, dopo il caos ferroviario causato da un guasto alla stazione Termini, con ritardi in tutta Italia. Elly Schlein e Giuseppe Conte chiedono che Salvini venga in Aula a riferire, affermando che egli paralizza il paese. Renzi ha inoltre annunciato una mozione di sfiducia. Questo “martedì nero” delle Ferrovie avrà un impatto significativo nei prossimi giorni.
Luca Zaia ha minacciato di correre da solo alle prossime elezioni, sostenendo di aver guadagnato il diritto a un terzo mandato dal suo operato dal 2010. Critica apertamente chi è in Parlamento da 30 anni e rifiuta nomi imposti da Roma, affermando che in Veneto devono essere gli elettori a scegliere. Zaia conta su un forte consenso di due milioni di voti e si dice fiducioso in una soluzione. La tensione è palpabile, e il governatore potrebbe rompere l’alleanza se le sue richieste non venissero accolte.
Un altro tema controverso riguarda il disegno di legge sulla sicurezza, presentato dal governo per tutelare gli agenti di polizia. Questo provvedimento mira a evitare che gli agenti vengano iscritti automaticamente nel registro degli indagati dopo eventi di protesta violenti. Tuttavia, al Quirinale ci sono riserve sullo scudo penale proposto, con la Presidenza della Repubblica che preferirebbe di gran lunga riconoscere uno status migliore per le forze di polizia, simile a quello degli agenti dei servizi segreti.
Nel frattempo, altri temi cruciali rimangono sullo sfondo: la riforma della scuola che punta su lettura, storia, musica e latino e il cambiamento di approccio da parte dell’Unione Europea verso i migranti, con l’obiettivo di ridurre sbarchi e morti in mare. Inoltre, l’industria italiana continua a subire una crisi, con 22 mesi di calo e il settore automobili in particolare che ha registrato una flessione del 37,5%. Infine, non si è ancora raggiunto un accordo per i nomi da proporre nel consesso della Consulta, evidenziando l’instabilità del governo.
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