“Papa is back. L’elezione di Leone XIV è una risposta a Donald Trump? No”. I cardinali statunitensi rispondono alle domande dopo l’elezione del cardinale Robert Francis Prevost come nuovo Pontefice. Secondo loro, la nazionalità di Prevost non ha influito sulla scelta. Il cardinale Tim Dolan, arcivescovo di New York, afferma che Prevost, missionario in Perù, desidera costruire ponti con i leader di tutto il mondo, incluso Trump. La giornata dell’elezione è stata elettrizzante, con gioia pura al momento dell’annuncio “habemus papam”.
Il cardinale Joseph Tobin racconta le sue emozioni durante il conclave, dove oltre 130 cardinali hanno preso una decisione in tempi rapidi nonostante le differenze linguistiche e culturali. Il cardinale Blaze Cupich sottolinea l’importanza di questo messaggio unitario per il mondo. Riguardo alla strategia di Prevost, il cardinale Wilton Gregory nota che la sua efficacia è stata nei colloqui informali piuttosto che in discorsi pubblici.
Papa Francesco ha avuto posizioni nette sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump. Tuttavia, secondo il cardinale Robert McElroy, Leone XIV non è una fotocopia di Francesco, sebbene condivida una libertà simile. La maggior parte dei cardinali concorda sul fatto che l’appartenenza nazionale non ha avuto peso durante il conclave. Dolan esprime anche sollievo per il rapido progresso delle discussioni, con un cenno all’ottimo cibo che ha incoraggiato i cardinali a concludere le deliberazioni velocemente. In generale, emerge una sensazione positiva riguardo al futuro della Chiesa sotto la guida di Leone XIV.
Sintesi AI da RassegnaNotizie.it
Fonte: www.adnkronos.com
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