Il generale libico Njeem Osama Almasri è stato liberato il 21 gennaio a causa dell’inattività del ministro della Giustizia, che avrebbe dovuto richiederne la custodia cautelare per rispettare gli obblighi internazionali. Questa affermazione è stata fatta dall’Associazione nazionale magistrati (Anm) in risposta alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, la quale ha dichiarato che la liberazione era avvenuta su disposizione della magistratura. L’Anm evidenzia che il ministro è stato informato della detenzione di Almasri il 19 gennaio dalla polizia giudiziaria e il 20 gennaio dalla Corte d’appello di Roma. Avrebbe dovuto richiedere la custodia cautelare in vista della consegna del generale alla Corte penale internazionale, che aveva emesso un mandato di cattura nei suoi confronti per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga in Libia.
Si sottolinea, infatti, che Almasri, nonostante le indagini per gravi crimini, è stato liberato per decisione politica e nel silenzio del Guardasigilli, l’unico deputato a richiedere una misura coercitiva all’autorità giudiziaria. Alla fine, Almasri è stato riaccompagnato in Libia con un volo di Stato. L’Anm conclude il comunicato sottolineando l’importanza di chiarire la verità riguardo a questa vicenda.