Il caso degli attivisti e dei giornalisti spiati con uno spyware israeliano, utilizzato da Paragon Solution, sta per essere esaminato dai magistrati italiani. Le vittime intendono presentare un esposto per chiarire chi ha ordinato il controllo delle comunicazioni di almeno sette persone in Italia. Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Solution, ha ricevuto conferma da Meta che il suo cellulare è stato violato da un software di hacking altamente sofisticato. Casarini e il suo team legale preparano un documento per le autorità di Palermo e Roma, fornendo tutti gli elementi necessari per avviare un’indagine su questa attività illecita.
Le indagini saranno coordinate dai pm che si occupano di antiterrorismo e inizieranno a verificare la situazione. In particolare, Meta consiglia di cambiare il telefono e contattare specialisti come il Citizen Lab dell’Università di Toronto, che esaminerà il dispositivo di Casarini per ricostruire il periodo di monitoraggio. Tra le persone coinvolte c’è anche il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, che ha dichiarato di non avere presentato denunce, mentre il Comitato Esecutivo del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti ha condannato fermamente l’accaduto, sottolineando che intercettare i giornalisti è inaccettabile e contrario alla libertà di stampa, nonché vietato dalla legge. Il Media Freedom Act europeo è vincolante per gli stati membri e prevede il divieto di tali intercettazioni, tranne in casi di estrema gravità.
