L’arcivescovo Marcelo Colombo, presidente della Conferenza Episcopale argentina, descrive l’impegno della comunità ecclesiale negli ultimi tempi, lavorando per approfondire l’identità missionaria e rafforzare le strutture e i servizi. Il documento finale del Sinodo sulla sinodalità ha dato una spinta a servire i più poveri e vulnerabili e a testimoniare il Vangelo dove la dignità umana è minacciata.
A un anno dalla sua nomina, Colombo dialoga con i media vaticani in un momento cruciale per la Chiesa argentina, dopo la scomparsa di Papa Francesco e l’invito del nuovo Papa Leone XIV a una stagione di ascolto, missione e servizio rinnovato. Colombo riflette sui grandi temi del presente, come la speranza in tempi di guerra, la formazione dei sacerdoti e la polarizzazione sociale.
Colombo ha recentemente incontrato Papa Leone XIV, descrivendo l’incontro come cordiale e all’insegna della vicinanza. Ogni Papa ha la sua personalità e il proprio modo di rispondere ai contesti in cui esercita la sua missione. Colombo sottolinea che il Giubileo della Speranza non è un gesto ingenuamente ottimistico, ma un invito a porre segni concreti di speranza in un mondo frammentato e disumanizzato.
La Chiesa argentina sta affrontando la polarizzazione sociale attraverso l’educazione cattolica e l’università, come luoghi di incontro e dialogo. Colombo sottolinea l’importanza di creare spazi dove discutere apertamente di tutto, senza escludere nessuno. La Chiesa sta anche rispondendo al calo delle vocazioni e alla riorganizzazione dei seminari, con la priorità della formazione dei formatori e la creazione di spazi di discernimento e di comunione.
Le principali sfide della Chiesa argentina sono la missione, la sinodalità e le regioni. La Chiesa esiste per evangelizzare e questo deve permeare ogni servizio e struttura. Colombo invita i fedeli a non perdere la speranza e a continuare a essere testimoni del Vangelo in mezzo al popolo, là dove ci sono dolore, esclusione o disperazione.
