Tornano le polemiche sull’ospedale di Arco, al centro dell’attenzione della comunità dell’Alto Garda. La discussione riguarda il nuovo reparto di terapia semi-intensiva, annunciato nel 2023 ma mai attivato. L’argomento è emerso in seguito a un’interrogazione in Consiglio provinciale da parte del consigliere Filippo Degasperi di Onda, che ha richiamato l’attenzione su un evento dell’estate 2023, durante il quale l’assessora alla salute Stefania Segnana, insieme ad altre autorità, aveva celebrato l’avvio dei lavori per la riconversione di dieci posti letto di alta intensità nel reparto di Pneumologia. Questo intervento è stato presentato come un passo avanti nella modernizzazione dell’ospedale, con investimenti in nuove attrezzature.
Tuttavia, a mesi di distanza, il nuovo reparto risulta non operativo a causa della mancanza di personale medico e infermieristico. L’area rimane chiusa, e le attrezzature sono state trasferite nel reparto esistente. L’assessore provinciale alla sanità Mario Tonina ha chiarito che l’iniziativa è parte del “Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera trentina” approvato nel 2020, mirato a migliorare la risposta sanitaria in emergenze, come la pandemia, con un costo di circa 1,2 milioni di euro. Tuttavia, non sono stati aggiunti nuovi posti letto, ma solo riconvertiti quelli già esistenti.
La questione dei servizi ospedalieri ad Arco è un tema ricorrente nel dibattito pubblico. L’ospedale è cruciale per il bacino dell’Alto Garda e Ledro e le elezioni comunali imminenti riportano il tema della qualità dell’assistenza sanitaria al centro dell’agenda politica.