Le borse asiatiche hanno chiuso in rosso, influenzate dalle forti perdite a Wall Street e dalle incertezze sulle politiche commerciali dell’amministrazione Trump. A Tokyo, l’indice Nikkei 225 è sceso del 2,17% a 36.887 punti, mentre lo yen ha raggiunto livelli massimi di cinque mesi. I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a lungo termine hanno toccato il livello più alto dalla crisi finanziaria del 2008. Anche in Australia si sono registrati cali nei listini. Un indicatore delle azioni cinesi a Hong Kong ha raggiunto il suo livello massimo da novembre 2021. Nel mercato delle valute, l’indice del dollaro ha segnato la quinta sessione di ribasso consecutiva, la serie di perdite più lunga in quasi un anno. Il Bitcoin ha subito una flessione, scendendo fino al 5,7% prima di recuperare parzialmente, stabilizzandosi a circa 86.946 dollari.
L’incertezza sulle tariffe imposte da Trump persiste, e le azioni statunitensi non hanno registrato alcun rimbalzo nonostante il rinvio delle imposte sui beni messicani e canadesi, che evidenzia una fragile propensione al rischio. Gli strateghi di Wall Street si interrogano su come le politiche tariffarie di Trump potrebbero essere influenzate se il mercato azionario crollasse. Diverse aziende stanno mappando la soglia di sofferenza dell’indice S&P 500, noto come “Trump put”. Finora, Trump ha minimizzato le preoccupazioni riguardo al mercato, affermando di non osservare attivamente l’andamento. Il suo recente discorso al Congresso ha sottolineato che le tariffe causerebbero solo «un piccolo disturbo». Tuttavia, il Segretario al Tesoro ha confermato che i dazi arriveranno, escludendo l’idea di un impatto inflazionistico significativo.