La nuova Commissione Europea, presieduta da Ursula von der Leyen, si presenta con una struttura rinnovata e un maggiore numero di donne in ruoli chiave (40%, 11 su 27). La Commissione è composta in gran parte da esponenti del Partito Popolare Europeo, il gruppo di centro e centrodestra più numeroso nel Parlamento di Strasburgo. Nonostante alcune novità e un certo grado di discontinuità, il nuovo governo Ue si trova subito ad affrontare sfide significative, con preoccupazioni espresse da partiti come il PD, il M5S e AVS.
In ottobre avverranno le audizioni dei commissari, seguito dal voto dell’Europarlamento per ufficializzare il governo entro dicembre. Segnali di divergenza possono già essere previsti da parte di partiti come Socialisti, Liberali e Verdi, mentre Giorgia Meloni esprime ottimismo per il ruolo dell’Italia in Europa.
Gli scetticismi sulla nuova Commissione riguardano diverse nomine chiave:
Kaja Kallas: Politica estone designata come Alto Rappresentante per la Politica Estera. La sua nomina è controversa poiché rappresenterà 450 milioni di abitanti europei pur essendo a capo di un paese di 1,3 milioni. È vista come "falco" nei rapporti con Mosca, il che solleva dubbi in un contesto di conflitto russo-ucraino.
Stephane Séjourne: Il nuovo ministro degli Esteri francese, proposto da Macron, è più noto per la sua vita privata che per le sue capacità politiche, lasciando interrogativi sulla sua competenza.
Andrius Kubilius: Ex primo ministro della Lituania e conservatore, sarà responsabile della Difesa. Tuttavia, proviene da un paese con scarse risorse militari, sollevando dubbi sulla sua idoneità a gestire questo portafoglio.
Christophe Hansen: Nuovo commissario per l’Agricoltura dal Lussemburgo, un paese con poca esperienza nel settore primario. La sua selezione è sorprendente, data l’assenza della Polonia, un importante produttore alimentare europeo.
- Oliver Varhelyi: Fedelissimo di Viktor Orban, è il nuovo commissario per la salute e il benessere degli animali. La sua nomina appare audace, considerando i limiti delle competenze di Bruxelles in materia sanitaria.
Queste nomination evidenziano le tensioni interne alla Commissione e offrono la possibilità di battaglie politiche nei prossimi mesi.