La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato il blocco delle deportazioni dei migranti venezuelani da parte dell’amministrazione Trump, che si avvaleva dell’Alien Enemies Act del 1798, norma storicamente applicata solo in tempo di guerra. Questa legge ha permesso l’espulsione di migranti senza la possibilità di ricorso legale.
Il 19 aprile, i giudici avevano già emesso una sospensione temporanea delle deportazioni di migranti, in gran parte venezuelani, trattenuti in un centro di detenzione in Texas, dopo una richiesta da parte degli avvocati dell’American Civil Liberties Union. La Corte ha stabilito che Trump poteva procedere con le espulsioni, ma solo secondo altre disposizioni legali in materia di immigrazione.
Gli avvocati hanno denunciato che i funzionari dell’amministrazione non avevano informato i migranti né concesso loro l’opportunità di contestare il trasferimento. L’amministrazione giustificava le espulsioni accusando i migranti di far parte del Tren de Aragua, una banda criminale classificata come organizzazione terroristica dal Dipartimento di Stato, utilizzando ciò per invocare l’Alien Enemies Act e accelerare il processo di espulsione.
L’Alien Enemy Act, concepito durante le prime fasi della nazione, dà facoltà al presidente di catturare e imprigionare cittadini di paesi nemici sul suolo statunitense, ed era stata applicata l’ultima volta nel 1941 contro i giapponesi dopo l’attacco a Pearl Harbor.
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Fonte: www.corriere.it