Gli arresti a Palermo evidenziano l’evoluzione delle mafie, incluso Cosa Nostra, che, dopo la morte di Matteo Messina Denaro, sta adattandosi al mercato e alle nuove tecnologie, intensificando i traffici di droga. Un’operazione con oltre mille carabinieri ha portato all’arresto di 181 persone tra boss, ma ciò non segna la vittoria sulla mafia. Sebbene Cosa Nostra abbia perso il dominio di un tempo, si sta riorganizzando e mantenendo legami con la ‘ndrangheta, infiltrandosi anche al Nord. La mafia rimane un’organizzazione vivace, capace di incutere paura e continua a prosperare grazie al traffico di droga. La lotta alla mafia sembra stagnante, e il sistema penale presenta carenze, con il 41 bis indebolito, consentendo ai mafiosi di comunicare e organizzarsi anche in carcere.
I clan si avvalgono delle nuove tecnologie, rendendo difficile il contrasto da parte dello Stato; i boss utilizzano dispositivi non intercettabili e traggono profitto da crisi globali. L’alleanza tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta nasce da convenienza economica, con Cosa Nostra che sfrutta le competenze tecnologiche dei calabresi. Per combattere efficacemente queste mafie, è fondamentale sottrarre i giovani e potenziare la legislazione sui collaboratori di giustizia, migliorando anche il sistema di confische dei beni mafiosi.
L’idea di un ritorno a Cosa Nostra di tipo “Totò Riina” sembra improbabile, poiché la mafia punta all’invisibilità. La nuova Cosa Nostra è in fase di scoperta, e l’Europa deve migliorare gli strumenti di contrasto nei settori del cyberspazio e delle mafie transnazionali. Vincenzo Musacchio, esperto di criminalità organizzata transnazionale, sottolinea l’urgenza di affrontare queste sfide.