La definizione di interesse pubblico è un concetto complesso e rischia di diventare una formula vuota senza un vero ascolto dei cittadini, afferma Paolo Sanesi, dell’associazione AttivaPrato. È intervenuto nel dibattito sui progetti di urbanizzazione a La Querce e a Viaccia, che hanno suscitato proteste da parte dei residenti e comitati locali, nonostante un percorso partecipativo sia stato avviato. Sanesi sottolinea che l’interesse pubblico non deve essere una dichiarazione formale imposta dall’alto, ma deve derivare da un processo inclusivo e condiviso, in cui le ragioni politiche si confrontano con quelle della società civile.
Cita la teoria dell’agire comunicativo di Habermas, secondo cui una decisione è legittima solo se trova consenso attraverso un dialogo trasparente e critico. La sfida principale, per Sanesi, è creare un contesto “onesto” che permetta l’emergere delle idee migliori, evitando prevaricazioni. La discrezionalità politica, spesso vista come un atto di potere, mina la fiducia nelle istituzioni e riduce la partecipazione a un mero orpello.
Per questa ragione, Sanesi evidenzia la necessità di investire realmente nella cultura partecipativa, sottolineando che leggi e regolamenti sono importanti, ma non sufficienti. Sono necessari cittadini informati e consapevoli, affinché senza ascolto e coinvolgimento reale, ogni decisione perda forza etica, risultando arbitraria. Il suo appello sottolinea il valore del confronto e dialogo; la partecipazione non è solo un diritto, ma anche un mezzo per costruire decisioni più giuste e durature, essenziali per una democrazia matura.
