La crisi dei diritti umani nella Repubblica Democratica del Congo affronta un nuovo ostacolo. Una commissione delle Nazioni Unite, destinata a indagare su potenziali violazioni e crimini di guerra, non può operare a causa di problemi di finanziamento.
Attualmente, l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) sta vivendo una seria carenza di fondi, aggravata da contributi incompleti da parte di alcuni Stati e dai significativi tagli agli aiuti esteri imposti durante la presidenza di Donald Trump. A febbraio, durante una sessione speciale del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra, era stata votata la creazione di una missione per accertare violazioni, tra cui massacri e violenze sessuali, nelle province di Nord e Sud Kivu, in seguito ai combattimenti con i ribelli M23 supportati dal Ruanda, che ha negato ogni coinvolgimento.
Nonostante gli impegni, l’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, Volker Turk, ha segnalato che l’assenza di fondi impedisce alla commissione di produrre risultati. Ha sottolineato come i vincoli finanziari compromettano gravemente l’attività investigativa, evidenziando la diminuzione di 60 milioni di dollari nei contributi volontari per l’anno in corso. Alex El Jundi, responsabile dell’Unità di Supporto alle Indagini, ha descritto come inquietante la situazione attuale, rivelando preliminari di esecuzioni sommarie e gravi violenze sessuali.
Le indagini potrebbero portare a evidenze utilizzabili da tribunali come la Corte Penale Internazionale. Al fine di avviare ufficialmente la Commissione d’Inchiesta, necessaria una disponibilità finanziaria di circa 3,9 milioni di dollari, cifra che, al momento, non è stata reperita. L’OHCHR ha garantito che cercherà di reperire fondi dal bilancio ordinario a partire dal 2026.
Rielaborazione: RassegnaNotizie.it
Fonte: it.marketscreener.com