La tensione in Medio Oriente è aumentata a seguito dei raid aerei di Israele in Iran, con ripercussioni immediate sui mercati finanziari. Le borse asiatiche hanno chiuso in calo, e anche i mercati europei e Wall Street si preparano a un inizio di seduta negativo. Il prezzo del petrolio è in rialzo, mentre beni rifugio come oro e dollaro guadagnano valore. Gli analisti prevedono un periodo di alta volatilità sui mercati.
Gli esperti di IG Italia avvertono che il timore principale è l’estensione del conflitto oltre i confini di Israele e Iran, coinvolgendo anche altri attori regionali e globali. In particolare, a rischio ci sono le infrastrutture petrolifere e del gas naturale, come gli impianti di South Pars e le raffinerie di Abadan e Isfahan. Un attacco a questi siti potrebbe interrompere gravemente l’offerta globale, facendo impennare i prezzi.
Un’ulteriore preoccupazione riguarda il coinvolgimento di nazioni come Libano, Siria, Iraq e attori del Golfo, inclusi Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. La situazione attuale è considerata una minaccia sistemica per la stabilità dei mercati globali. Ogni segnale di de-escalation potrebbe tranquillizzare gli investitori, mentre un deterioramento della situazione potrebbe generare uno shock energetico e finanziario su scala mondiale.
Gli analisti, tra cui Lee Hardman di MUFG Bank e Carsten Menke di Julius Baer, evidenziano l’incertezza del mercato e il potenziale rialzo dei prezzi delle materie prime, con particolare attenzione all’andamento dell’oro. Inoltre, c’è preoccupazione che l’attacco alle strutture nucleari iraniane rappresenti una escalation nel conflitto, determinando un aumento prolungato dei prezzi del petrolio.
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