Il Consiglio nazionale svizzero ha deciso di chiedere un rapporto al Consiglio federale sulle conseguenze per la cooperazione internazionale derivate dall’interruzione delle attività dell’USAID, l’agenzia statunitense per lo sviluppo. Con 143 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni, è stato accolto un postulato dalla Commissione della politica estera. Il documento evidenzia che la crisi attuale dell’USAID, causata dai tagli dell’amministrazione Trump, minaccia programmi vitali nei Paesi poveri.
Elisabeth Schneider-Schneiter, relatrice del postulato, ha sottolineato come il congelamento dei fondi e il ritiro da diversi Paesi compromettano i progressi nello sviluppo, con gravi ripercussioni per la sanità mondiale, in particolare nella lotta contro malattie come HIV/AIDS, tubercolosi e malaria. Ciò impatta anche le ONG svizzere coinvolte in progetti congiunti.
Il postulato incarica il Consiglio federale di analizzare le implicazioni economiche della crisi e di valutare come coprire le perdite, nonostante le difficoltà locali, inclusi i costi della nuova rendita AVS. La Svizzera, già impegnata nella sua Strategia di cooperazione internazionale 2025-2028, è chiamata a rispondere rapidamente per mitigare le conseguenze.
Nonostante il riconoscimento della gravità della situazione, il Consiglio federale ha respinto la richiesta di un rapporto dettagliato, ritenendo che non fornirebbe conclusioni utili a causa della volatilità del contesto. Tuttavia, il governo si è impegnato a mantenere aggiornata la Commissione sulla situazione.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.laregione.ch