Negli ultimi mesi, il dibattito sulle politiche sanitarie ha assunto toni accesi, specialmente in seguito alle affermazioni di figure politiche statunitensi e alle risposte da parte di associazioni italiane. Marco Rubio, segretario di Stato, ha attaccato il programma di assistenza medica di Cuba, definendolo “traffico di esseri umani” e chiedendo il ritiro dei visti per i medici cubani. Questa posizione non ha trovato riscontro tra i sostenitori dell’iniziativa, come il circolo provinciale dell’Associazione Nazionale Italia Cuba, che hanno difeso il valore della cooperazione tra Cuba e Italia.
L’esperienza dei medici cubani in Calabria è stata presentata come un esempio di collaborazione internazionale e solidarietà. I dati dimostrano la loro efficacia: nel 2023, hanno partecipato a oltre 104.000 visite mediche, effettuando numerosi interventi e diagnosi in diverse specializzazioni, contribuendo così a rafforzare il sistema sanitario in una regione con forti necessità.
Le relazioni tra Cuba e Italia si fondano su valori di rispetto reciproco, nonostante le differenze politiche. In questo contesto, Cuba ha destinato circa il 26% del proprio budget 2024 al sistema sanitario, scommettendo su qualità e accessibilità dei servizi. Tuttavia, il paese affronta sfide significative dovute al blocco economico e alla crisi post-pandemica.
Cuba continua a mantenere la sua posizione di volontà di cooperazione internazionale, sostenendo che il lavoro dei suoi medici all’estero si basa su principi di altruismo e solidarietà, in accordo con normative internazionali. La selezione dei professionisti avviene nel rispetto dei diritti lavorativi, garantendo condizioni dignitose e sicure, mentre i ricavi generati dalle missioni contribuiscono al rafforzamento della rete sanitaria cubana.