Il cyberspazio è diventato la nuova frontiera del potere globale, dove la sovranità non si misura più sui confini ma sul controllo di dati, algoritmi e narrazioni. La competizione geopolitica si sposta dal territorio alla mente, chi governa connessioni e piattaforme modella percezioni, consenso e verità.
Il cyberspazio ha assunto piena rilevanza geopolitica, costituendo una nuova dimensione del potere e ridefinendo le categorie tradizionali di sovranità, sicurezza e conflitto. La sicurezza nazionale dipende ormai dal controllo dei flussi informativi, dalla sovranità algoritmica e dalla resilienza cognitiva.
Nel XXI secolo, il dominio della mente e dei dati sostituisce quello dei territori: chi governa connessioni, piattaforme e narrazioni esercita la vera egemonia. Il cyberspazio rappresenta una nuova dimensione geopolitica, integrata e interdipendente rispetto a terra, mare, aria e spazio. Non è un semplice dominio tecnico, ma uno spazio strategico nel quale potere e sovranità si esprimono attraverso infrastrutture, dati e algoritmi.
La connettività è da sempre la matrice del potere: da Venezia alle reti globali dell’informazione. Internet ne rappresenta l’evoluzione cognitiva: ha abolito tempo e spazio, collegando menti, linguaggi e narrazioni. Chi governa le connessioni non domina solo mercati o dati, ma percezioni e consenso, che costituiscono la base del potere politico.
La superiorità militare tradizionale non è più sufficiente a garantire la sicurezza. La guerra contemporanea è ibrida, multidimensionale e cognitiva, fondata sul controllo di informazione, intelligenza e decisione. L’Intelligenza artificiale militare rappresenta oggi il nuovo fondamento della deterrenza: chi integra meglio algoritmi e sistemi complessi di comando e controllo definisce l’ordine strategico globale.
La sicurezza nazionale si fonda oggi su tre imperativi strategici: l’Integrazione delle quattro leve del potere statale, la sovranità tecnologica, per garantire indipendenza da infrastrutture e piattaforme esterne, e la Resilienza cognitiva, per difendere la coesione sociale e la verità condivisa. Il potere globale oggi si misura nella capacità di dominare reti e algoritmi e chi governa i flussi informativi plasma la realtà. La sovranità digitale rappresenta oggi la forma più alta della sovranità politica contemporanea.

