Il Consiglio Europeo del 6 marzo ha presentato il piano ReArm Europe, segnando una svolta storica per l’Unione Europea, focalizzando l’attenzione sulla sicurezza e difesa europea. La necessità di rafforzare i valori comuni e l’identità dell’UE è emersa in risposta alla situazione in Ucraina e all’approccio degli Stati Uniti. Il piano mira a mobilitare 800 miliardi di euro in investimenti pubblici per la difesa e le capacità militari, attraverso un nuovo quadro giuridico che combina spesa pubblica nazionale e strumenti di finanziamento europei.
Il presidente Giorgia Meloni ha enfatizzato che la difesa coinvolge più di un semplice riarmo, toccando aspetti come materie prime, infrastrutture critiche e cybersicurezza. Tuttavia, il progetto ha scatenato divisioni nel governo italiano. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha bocciato il piano, mentre il vicepremier Matteo Salvini ha criticato l’allocazione di così ingenti risorse, suggerendo di destinarle a interventi più urgenti. Contrariamente, l’altro vicepremier Antonio Tajani ha sostenuto che investire in difesa è fondamentale per una Europa sicura e competitiva.
Dall’opposizione, la segretaria del PD Elly Schlein ha respinto ReArm Europe come una direzione inadeguata per l’Europa, mentre Paolo Gentiloni ha parlato di un passo giusto. Il Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, si oppone fermamente al piano, definendolo spese folli.
In parallelo, la Corte di Cassazione ha condannato il governo italiano a risarcire i migranti bloccati sulla nave Diciotti nel 2018, suscitando reazioni critiche dalla maggioranza di governo, con il Viminale che considera ininfluente la sentenza sulla gestione dell’immigrazione.