Dalla mezzanotte americana, gli Stati Uniti applicheranno un dazio del 104% su diversi beni importati dalla Cina, costringendo aziende come Apple a rivedere le proprie strategie. Durante una conferenza stampa, la portavoce della Casa Bianca ha confermato l’applicazione di questa misura, che potrebbe avere impatti devastanti sul mercato degli iPhone, dato che Cupertino produce circa il 90% degli iPhone per il mercato statunitense in Cina. Con questi dazi, il costo doganale per ogni iPhone aumenterebbe notevolmente, mettendo a rischio margini e sostenibilità del modello di business.
Apple ha cercato di rispondere spostando parte della produzione in paesi con dazi più favorevoli, come l’India, per limitare l’impatto a breve termine. Tuttavia, l’azienda sta anche esplorando soluzioni più strutturali, come diversificare la produzione e assegnare parte dei costi ai margini. Anche se l’azienda aveva pianificato un dazio del 54%, un aumento al 104% sarebbe insostenibile.
Le intenzioni dell’amministrazione Trump sembrano essere focalizzate sul rilancio della produzione negli Stati Uniti, ma gli analisti sono scettici riguardo la reale fattibilità di costruire iPhone in patria. Riorganizzare la filiera produttiva richiederebbe anni e ingenti investimenti, e non ci sarebbe sufficiente manodopera specializzata negli Stati Uniti per garantire l’assemblaggio efficiente degli apparecchi.
Al momento, l’unica speranza sembra essere una riduzione delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, scenario che appare distante. Anche i mercati riflettono pessimismo: il titolo di Apple ha perso valore immediatamente dopo la conferma dei dazi.