La questione della de-escalation in Ucraina solleva interrogativi sul ruolo del governo italiano e sull’approccio della sinistra. Critiche indirizzate contro l’attuale esecutivo accusano una mancanza di direzione, soprattutto nel contesto del conflitto tra Israele e Iran, dove le posizioni della sinistra si allineano con quelle del G7 e dell’Unione europea, puntando anch’esse sulla de-escalation.
In tale scenario, Giuseppe Conte emerge come un possibile leader del Ministero degli Esteri in un eventuale governo di Elly Schlein. Tuttavia, le sue recenti azioni, come la partecipazione a manifestazioni contro il riarmo e la NATO, suscitano interrogativi sulla sua reale influenza e sull’orientamento pacifista che intende perseguire.
Contestualmente, Conte ha disertato un incontro con il ministro della Difesa Guido Crosetto, un gesto considerato inappropriato per chi aspirerebbe a un ruolo di responsabilità nella politica estera. A Bruxelles, il suo partito ha sollevato polemiche inutili riguardo a una risoluzione sul Pnrr, con il Partito Democratico che ha sostenuto la proroga per evitare interruzioni nei finanziamenti pubblici, mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro, riflettendo la sua storica avversione a questioni di difesa.
Questi comportamenti evidenziano una certa allergia della sinistra italiana verso le tematiche legate alla difesa e ultimamente il Partito Democratico sembra essere influenzato da posizioni più radicali, sollevando interrogativi sulla sua identità e sulla coerenza della sua politica estera rispetto alla tradizione europeista del partito.
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