Il rapporto della Fondazione GIMBE evidenzia una crescente carenza di medici di base in Italia, con una stima di 5.500 professionisti mancanti. Questo fenomeno è particolarmente grave in alcune regioni, come la Lombardia, il Veneto e la Campania. In Emilia-Romagna, il numero di medici di famiglia mancanti è di 536, con un sovraccarico di pazienti che riguarda il 57,6% dei medici. La situazione è aggravata da un invecchiamento della popolazione, con un incremento significativo degli over 65 e degli over 80, molti dei quali affetti da malattie croniche.
La carenza di medici è causata da diversi fattori: pensionamenti anticipati, mancanza di programmazione e una crescente desertificazione delle aree disagiate, rendendo difficile l’accesso alle cure per i cittadini. Il rapporto ideale di un medico per ogni 1.300 pazienti è spesso superato, con il limite che può arrivare a 1.800 in casi eccezionali.
Entro il 2027, si prevede che più di 7.300 medici andranno in pensione. Le misure temporanee adottate dal governo, come l’innalzamento dell’età pensionabile, non offrono soluzioni a lungo termine. È necessaria una strategia multifattoriale che preveda una programmazione adeguata, l’assegnazione di borse di studio e l’implementazione di modelli organizzativi che valorizzino il lavoro in team. La professione di medico di base sta diventando meno attrattiva per i neolaureati, lasciando migliaia di persone senza assistenza sanitaria adeguata, con un impatto grave sulla salute della popolazione, in particolare delle fasce più vulnerabili.