DeepSeek, il chatbot cinese simile a ChatGPT, è scomparso dagli app store italiani di Apple e Android dopo aver raggiunto elevati livelli di download. Le cause non sono chiare, ma si ipotizza una temporanea rimozione in risposta alle indagini del Garante italiano per la protezione dei dati personali. Il Garante ha richiesto chiarimenti alle aziende responsabili, evidenziando l’alto rischio per i dati di milioni di utenti in Italia. Le aziende cinesi, Hangzhou e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, sono state interrogate su quali dati raccolgano, le modalità di trattamento, la base giuridica e la memorizzazione delle informazioni.
Attualmente, mentre l’app non è più scaricabile, chi l’ha già installata può continuarne ad utilizzare le funzionalità, sebbene il servizio online risulti limitato. Ernesto Belisario, esperto di diritto digitale, ha sottolineato i rischi legati alla privacy, in particolare per l’applicabilità della legge cinese e la mancanza di riferimenti alle normative europee. DeepSeek raccoglie una quantità notevole di dati, inclusi dettagli sul dispositivo e pattern di scrittura, che vengono conservati senza un tempo di cancellazione specifico.
In aggiunta, un report della società di sicurezza Wiz ha rivelato che DeepSeek ha esposto un database critico, potenzialmente compromettendo oltre un milione di record degli utenti. Il Garante ha precedentemente effettuato indagini simili su OpenAI, evidenziando una vigilanza sulle piattaforme digitali. Mentre la questione solleva preoccupazioni, negli Stati Uniti si fa strada il timore che strumenti come DeepSeek possano rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.
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