NEW YORK – La deportazione di novemila immigrati verso Guantanamo, Cuba, coinvolgerà centinaia di cittadini di Paesi alleati degli Stati Uniti, tra cui Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna. Tra i deportati ci sono circa ottocento europei, inclusi cento romeni e 170 russi. Il Washington Post riferisce che l’amministrazione statunitense non ha avvisato i governi, anche quelli più vicini, come l’Italia e la Francia. La portavoce del dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ha dichiarato che Guantanamo non sarà la destinazione finale per i deportati europei.
La notizia ha innescato preoccupazioni tra le diplomazie europee e ha portato a tentativi di persuasione nei confronti delle autorità americane per fermare il piano. Un rappresentante del dipartimento di Stato ha affermato che l’intento è quello di "sconvolgere le persone", sottolineando che l’ingresso illegale negli Stati Uniti non sarà tollerato.
Questa decisione è stata annunciata nel contesto di un discorso del presidente Donald Trump, il quale ha avvertito l’Europa di affrontare l’immigrazione incontrollata. Non è chiaro il motivo della deportazione, se i soggetti siano entrati illegalmente o abbiano visto scaduti. Il dipartimento di Stato ha definito i deportati come "criminali" senza considerare Guantanamo come la loro destinazione finale.
Il piano di deportazione mira a ridurre il numero di immigrati nei centri di detenzione negli Stati Uniti. La mancanza di comunicazione con i governi europei complica ulteriormente i già tesi rapporti diplomatici. Bruce ha sottolineato che ogni trattativa riguardante singoli Paesi è riservata e che il trasferimento di immigrati illegali con precedenti penali non è una novità.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: www.repubblica.it
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