Un nuovo studio internazionale suggerisce che la creatina potrebbe essere un utile supporto nella gestione della depressione, specialmente se associata alla terapia cognitivo-comportamentale (CBT). I risultati, pubblicati sulla rivista European Neuropsychopharmacology, indicano che i pazienti che hanno assunto creatina durante il trattamento hanno mostrato un miglioramento delle proprie condizioni doppio rispetto a chi ha ricevuto un placebo. La ricerca, condotta tra Regno Unito e India, ha coinvolto cento pazienti con disturbo depressivo maggiore, suddivisi in due gruppi: uno ha ricevuto creatina insieme alla CBT, mentre l’altro un placebo.
Dopo otto settimane, i pazienti che hanno assunto creatina hanno riportato una riduzione significativamente maggiore dei sintomi depressivi, evidenziata da un miglioramento di circa cinque punti nel punteggio del Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9). Inoltre, il tasso di remissione dei sintomi nel gruppo trattato con creatina è stato più del doppio rispetto al gruppo di controllo.
La creatina è un composto organico naturale, prodotto a partire da amminoacidi e coinvolto nella produzione di energia cellulare. Studi precedenti avevano già suggerito che anomalie nella gestione dell’energia cerebrale possano contribuire alla depressione. L’integrazione di creatina potrebbe migliorare la bioenergetica cerebrale, con effetti positivi sui disturbi dell’umore.
Nonostante i risultati promettenti, gli scienziati avvertono della necessità di ulteriori ricerche su larga scala per confermare l’efficacia della creatina. È fondamentale consultare un medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, poiché ogni paziente ha esigenze specifiche. Questo studio apre a prospettive interessanti per il futuro della psichiatria, con la possibilità che la creatina diventi un supporto accessibile e a basso costo per il trattamento della depressione.