Un nuovo studio indica che l’associazione di un inibitore SGLT-2, il dapagliflozin, con una dieta moderatamente ipocalorica potrebbe essere un metodo efficace per raggiungere la remissione nel diabete di tipo 2. Questa malattia colpisce circa 828 milioni di adulti nel mondo, con proiezioni che superano 1,3 miliardi entro il 2050. La remissione è raggiunta solo dal 5% dei pazienti, rendendo necessarie nuove strategie. Il professor Xiaoying Li, esperto di endocrinologia presso il Zhongshan Hospital in Cina, sottolinea l’importanza di approcci che possano arrestare la progressione della malattia.
Lo studio, pubblicato sul BMJ, ha coinvolto 328 partecipanti con diabete di tipo 2 da almeno sei anni e un BMI superiore a 25. I soggetti sono stati divisi in due gruppi: uno riceveva dapagliflozin e seguiva una dieta ipocalorica, mentre l’altro assumeva un placebo. I risultati mostrano che, dopo 12 mesi, il 44% dei pazienti trattati con dapagliflozin ha raggiunto la remissione, rispetto al 28% del gruppo placebo. Inoltre, i partecipanti sottoposti al trattamento hanno mostrato miglioramenti nella perdita di peso, resistenza all’insulina e altri indicatori di salute, riducendo il rischio cardiovascolare e migliorando la funzionalità renale.
Dapagliflozin agisce inibendo il riassorbimento del glucosio nei reni e sta guadagnando attenzione anche per la sua efficacia nella gestione dell’insufficienza cardiaca. Nuove combinazioni terapeutiche, come l’integrazione con agonisti del recettore GLP-1, potrebbero migliorare ulteriormente il controllo glicemico e la qualità della vita.