La nostra dieta può influenzare il nostro orologio biologico e prepararci ai ritmi dell’inverno o dell’estate. Una ricerca dell’Università della California di San Francisco ha scoperto che il tipo di grassi che mangiamo modifica letteralmente il nostro orologio biologico. I ricercatori hanno osservato cosa succede ai topi quando cambiano la durata del giorno, simulando il passaggio dall’equinozio all’inverno o all’estate. I risultati hanno mostrato che i topi alimentati con una dieta ricca di grassi facevano fatica ad adattarsi ai ritmi invernali, mentre si adattavano più velocemente ai ritmi estivi.
La chiave di questo meccanismo sta in una proteina chiamata PER2, parte fondamentale del nostro orologio biologico. Il rapporto tra grassi polinsaturi e monoinsaturi nella dieta influenza direttamente la fosforilazione di questa proteina, che a sua volta influisce sui nostri ritmi circadiani. In natura, questo meccanismo ha perfettamente senso, poiché durante l’inverno molte piante e animali aumentano il contenuto di grassi polinsaturi per mantenere le membrane cellulari flessibili alle basse temperature.
Tuttavia, la dieta occidentale contemporanea tende ad avere un basso rapporto di grassi polinsaturi e monoinsaturi, il che può portare a un “disallineamento stagionale persistente”. Ciò significa che il nostro orologio biologico rimane bloccato su un programma estivo, con ritmi ritardati, maggiore appetito e tendenza ad accumulare grasso. La ricerca suggerisce che variare le fonti di grassi durante l’anno e limitare i cibi ultraprocessati potrebbe aiutare a ristabilire un equilibrio salutare. Inoltre, è importante considerare non solo “quanto” mangiamo, ma anche “cosa” e “quando”, poiché l’orologio biologico ha bisogno di coerenza per funzionare correttamente.

