Uno studio sulle imprese familiari italiane quotate ha scoperto che la presenza di donne nei consigli di amministrazione favorisce una minore dipendenza dal debito e, di conseguenza, una maggiore propensione a investire in Ricerca e Sviluppo. Il debito impone vincoli di breve periodo che ostacolano le strategie innovative, quindi le donne in CDA, con un orientamento più prudente e di lungo termine, contribuiscono a creare condizioni finanziarie favorevoli all’innovazione.
Secondo la ricerca, l’innovazione non dipende solo da idee brillanti, tecnologie d’avanguardia e investimenti strategici, ma anche dalla composizione dei consigli di amministrazione. La presenza delle donne nei board delle imprese familiari sembra avere un impatto significativo sulle politiche di innovazione. Le imprese con più donne nel consiglio di amministrazione tendono a indebitarsi di meno e a investire di più in Ricerca e Sviluppo.
Le donne in CDA portano con sé uno stile decisionale più cauto sul piano finanziario, meno incline all’indebitamento, ma al tempo stesso più aperto all’investimento strategico. Il risultato è un profilo di governance che favorisce un utilizzo più oculato delle risorse, lasciando spazio per finanziare l’innovazione. Le imprese con CDA più inclusivi non sono solo più innovative, ma anche più solide e meno esposte ai rischi di liquidità.
Il contesto italiano è caratterizzato da un’alta presenza di imprese familiari, che rappresentano più del 70% del tessuto imprenditoriale italiano e sono presenti in tutti i settori. Le imprese familiari hanno una doppia anima, da un lato sono realtà straordinarie per stabilità e continuità, ma dall’altro possono essere limitate dalla centralità della famiglia e dalla prudenza nel prendere decisioni rischiose, che possono frenare la propensione all’innovazione. L’innovazione richiede investimenti, risorse e capacità di guardare lontano, e non sempre le imprese familiari sono pronte a farlo.
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