Nel primo trimestre del 2025, Tesla ha affrontato una grave crisi, con vendite globali in calo e utili diminuiti del 71% rispetto al 2024. Elon Musk ha deciso di ritirarsi dalla sua esposizione politica, in particolare dal Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), per concentrarsi su Tesla, una mossa influenzata dalla pressione degli investitori e dalle critiche riguardo alla sua associazione con la politica repubblicana, che ha generato proteste e boicottaggi contro il marchio, anche in Europa.
Il fatturato di Tesla è sceso del 9%, a causa di diversi fattori, tra cui calo della domanda in mercati chiave, concorrenza cinese crescente e aumenti dei costi di produzione. Le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina hanno aggravato la situazione, compromettendo ulteriormente la competitività delle case automobilistiche americane. L’immagine di Tesla è stata indicata come danneggiata dalle posizioni politiche divisive di Musk, non in linea con la visione sostenibile del brand.
Durante una conference call, Musk ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dagli impegni politici a partire da maggio 2025, con l’intento di tornare a una leadership attiva in Tesla. Dopo l’annuncio, il titolo Tesla ha recuperato circa il 9%. Tuttavia, i danni reputazionali persistono, con episodi vandalici noti in diverse città europee.
Musk prevede un piano di rilancio, che include il lancio di robotaxi autonomi, l’aggiornamento della linea Model 3 e l’espansione in India e Sud America. Il ritorno a tempo pieno di Musk è visto come una necessità per riportare stabilità e innovazione a Tesla, che ora deve affrontare la sua identità come multinazionale.
