Oltre 90 milioni di persone nell’Africa orientale e meridionale stanno affrontando gravi carenze alimentari a causa di una siccità senza precedenti. Paesi come Etiopia, Zimbabwe, Zambia e Malawi hanno registrato raccolti disastrosi di mais e grano, con il Zimbabwe che ha subito una riduzione del 70% nel raccolto di mais del 2024 rispetto all’anno precedente. I prezzi del mais sono raddoppiati, e circa 9.000 animali sono morti a causa della mancanza di cibo e acqua. In Somalia, si stima che 43.000 persone siano decedute nel 2022 a causa della fame legata alla siccità; attualmente, 4,4 milioni di persone, circa un quarto della popolazione, versano in condizioni di grave insicurezza alimentare.
La crisi energetica in Zambia è fra le più gravi al mondo, con il fiume Zambeze ridotto al 20% della sua media storica. La principale centrale idroelettrica del paese, la diga di Kariba, opera a solo il 7% della sua capacità, causando interruzioni di corrente estese e la chiusura di servizi essenziali.
Queste informazioni emergono da un rapporto delle Nazioni Unite dal titolo “Siccità 2023-2025: aree critiche nel mondo”, che non si limita all’Africa, evidenziando anche le difficoltà in Spagna e nel bacino amazzonico. Il rapporto mette in guardia sui gruppi più vulnerabili, come donne, bambini e anziani, che affrontano rischi per la salute tra cui malnutrizione e disidratazione.
Gli esperti sottolineano l’urgenza di adottare misure di monitoraggio sistematico per affrontare gli impatti della siccità, insieme alla necessità di investimenti urgenti in infrastrutture resilienti e cooperazione internazionale per proteggere le risorse idriche.