Il caso del generale libico Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale e scarcerato in Italia, continua a suscitare polemiche. L’avvocato Omer Shatz, direttore di Front-Lex, ha dichiarato che stanno valutando ulteriori denunce alla Corte per l’operato del governo italiano, che ha umiliato le vittime del generale. La Corte penale internazionale ha reso noto che attualmente non esiste alcun fascicolo di indagine sull’operato del governo italiano riguardante il caso Almasri.
Il governo italiano ha confermato che non ci sono indagini aperte dalla Corte. Fonti governative hanno specificato che la denuncia del rifugiato sudanese, che ha raccontato di torture subite da Almasri, non è stata formalmente ricevuta né dai giudici né dal cancelliere della Corte. La denuncia di 23 pagine presentata dal richiedente asilo, un cittadino sudanese, accusa alti funzionari dell’UE e dell’Italia di complicità in crimini di diritti umani in Libia.
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso fiducia nel sistema di giustizia mentre si è detto rattristato per la mancata condanna di Almasri. Nordio ha anche comunicato che il ministero della giustizia potrebbe richiedere chiarimenti alla Corte penale internazionale riguardo alle procedure relative al mandato di arresto di Almasri. Da parte sua, il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sollevato dubbi sul comportamento della Corte, suggerendo la possibilità di un’inchiesta.
Almasri era stato arrestato a Torino il 18 gennaio ma scarcerato solo dopo 96 ore, venendo successivamente riportato a Tripoli, dove è stato accolto trionfalmente. Il suo operato è gravato da accuse di tortura e crimini contro l’umanità.