Il caso Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità, continua a sollevare polemiche in Italia, specialmente dopo il suo rimpatrio con un aereo di stato. Da parte della maggioranza, si susseguono le critiche alla magistratura; Maurizio Lupi di Noi Moderati definisce “atto dovuto” una copertura per giustificare il rimpatrio, lamentando che non tutte le denunce portano a un’azione penale. Il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, difende i ministri Nordio e Piantedosi, affermando che saranno chiariti i dettagli necessari in Parlamento.
Le opposizioni si esprimono in modi diversi. Enrico Borghi di Italia Viva mette in guardia contro i tranelli politici di Giorgia Meloni, mentre Marco Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra critica il governo per mettere in secondo piano i diritti umani rispetto ai rapporti geopolitici. Antonio Di Pietro, ex magistrato, accusa Meloni di usare la vicenda per attaccare i magistrati e distingue tra responsabilità politica e penale.
Altri esponenti oppositori, come Angelo Bonelli, attaccano aspramente il governo per aver permesso la liberazione di Almasri, definendolo un “stupratore” e un “trafficante di esseri umani”. Sottolinea come la Premier preferisca apparire vittima sui social anziché affrontare il Parlamento, evidenziando l’incoerenza tra le sue dichiarazioni e le azioni del governo. La discussione intorno al caso continua ad intensificarsi, rivelando conflitti tra politica e giustizia in un contesto delicato.