Un’analisi pubblicata su “Il Sole 24 Ore” solleva una questione importante: può l’euro diventare un’alternativa globale al dollaro americano? Questa ipotesi affascina Bruxelles, ma si scontra con la realtà dei numeri e l’egemonia economica e politica degli Stati Uniti.
Il recente indebolimento del dollaro ha modificato la percezione internazionale del biglietto verde come “bene rifugio”. Ciò ha portato a consistenti flussi finanziari dagli Stati Uniti verso l’Europa, con un aumento di interesse per il debito sovrano in euro, anche se le turbolenze politiche di Parigi e Madrid continuano. Tuttavia, la crisi del dollaro non è sufficiente a decretare la rinascita dell’euro come valuta di riserva globale.
Rolf Strauch, capo economista del Meccanismo Europeo di Stabilità, sottolinea che la distanza tra il dollaro e l’euro rimane ampia, poiché gran parte dei contratti internazionali sono ancora denominati in dollari. Strauch afferma che l’Europa può rafforzare la propria posizione solo completando il progetto dell’euro digitale e sviluppando stablecoin denominate in euro, strumenti che possono consolidare il sistema dei pagamenti e contenere l’influenza del dollaro nel mondo delle criptovalute.
Il mercato globale delle stablecoin è dominato dal dollaro, che rappresenta il 99% della capitalizzazione totale, mentre le versioni europee valgono appena 350 milioni di euro. Questa sproporzione crea rischi sistemici, poiché le stablecoin in dollari si stanno intrecciando con le istituzioni finanziarie tradizionali, esponendo il sistema europeo a potenziali instabilità.
Negli Stati Uniti, il governo ha approvato il Genius Act, una legge che regola e incoraggia la diffusione delle stablecoin ancorate al dollaro, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo internazionale del dollaro e garantire la fiducia globale nei suoi strumenti finanziari. Secondo Strauch, il dominio del dollaro è legato alla sua capacità di attirare capitali e finanziarsi a condizioni favorevoli, e la sua posizione non è destinata a crollare nel prossimo futuro.
Uno studio dell’Istituto per la Stabilità Monetaria e Finanziaria dell’Università di Francoforte conferma che il dominio del dollaro non è destinato a crollare, a causa della “forte inerzia” e della mancanza di alternative credibili. L’ascesa delle stablecoin legate al dollaro mantiene intatto il suo primato, mentre Pechino tenta di promuovere l’internazionalizzazione dello yuan, ma con scarsi risultati a causa dei controlli sui capitali e della scarsa fiducia internazionale.
Gli esperti affermano che la priorità dell’Unione Europea non è sognare un “euro globale”, ma consolidare la disciplina fiscale e realizzare riforme strutturali nei Paesi più indebitati e stagnanti, per permettere alla moneta unica di aspirare alla maturità del dollaro. La forza di una valuta non dipende solo dall’economia, ma anche dalla fiducia, dalla stabilità e dalla capacità politica di un’area di agire come unita. L’euro è un progetto ancora giovane, che deve ancora maturare nel cuore dei mercati.

