Lo spazio è diventato un terreno di competizione strategica non più confinato alle agenzie civili. L’Europa sta moltiplicando gli investimenti per difendere i propri satelliti e sviluppare capacità autonome di sorveglianza orbitale. La Francia ha trasformato la propria strategia spaziale in un asse di politica militare, con uno stanziamento di circa 6 miliardi di euro per lo spazio, aumentato del 45% rispetto al settennio precedente.
Il ministero della Difesa francese ha presentato lo “Space Pact”, un patto di cooperazione civile-militare pensato per velocizzare gli acquisti e creare un ecosistema industriale capace di rispondere più rapidamente alle esigenze operative. La Germania ha annunciato un piano da circa 35 miliardi di euro entro il 2030 per costruire una vera architettura spaziale di difesa, con satelliti di sorveglianza e comunicazione, sistemi di allerta precoce e protezione degli asset orbitali.
L’Italia sta rafforzando la propria componente spaziale della difesa, con il programma SICRAL 3 dedicato alle telecomunicazioni satellitari militari e nuove linee di investimento su osservazione ottica e sistemi di sorveglianza spaziale. Il Regno Unito ha annunciato un piano di investimenti per garantire una capacità di comunicazione sicura e resiliente, con un budget di 1,4 miliardi di sterline aggiuntivi in dieci anni.
Gli Stati Uniti hanno una dimensione spaziale della difesa di proporzioni industriali, con un budget di circa 29,5 miliardi di dollari per la U.S. Space Force e 10,4 miliardi per la Missile Defense Agency. Il nuovo programma “Golden Dome” mira a creare una rete integrata di sensori e intercettori terrestri e spaziali per individuare e neutralizzare missili balistici e ipersonici. La distanza tra Europa e Stati Uniti sul terreno della difesa spaziale resta netta, con l’Europa che procede ancora per compartimenti nazionali e gli Stati Uniti che possono contare su una struttura decisionale unificata e una catena di approvvigionamento coerente.
