“È doloroso lasciare l’équipe, ma io ho sempre stato professionale al 100 per cento”. Giacomo Naldi rompe il silenzio sulle reti social dopo essere stato licenziato dall’équipe di Jannick Sinner per l’episodio riguardante il Clostebol. “È proprio vero che esistono due binari della giustizia: quello vero sancito dai Tribunali e quel (purtroppo più efficace) sancito dai media. Quest’ultima troppo spesso superficiale e raramente basata sui fatti concreti, che in questo caso, peraltro sono pubblici. Da spettatore mi sono sempre chiesto quale fosse l’obiettivo di spettacolarizzare le vicende giudiziarie, se non quello di giudicare, creare o distruggere le persone e la loro reputazione. Oggi che ne sono protagonista ne ho la conferma”.
È l’inizio del lungo e durissimo sfogo raccontato su Instagram. Alle 3 del mattino, il profilo di Naldi era fermo da marzo e ha scritto il post corredate da tre scatti che lo ritraggono durante la premiazione di Sinner agli Australian Open e poi in due momenti felici con l’intero équipe.
“Un anno e mezzo fa mi sono unito a un gruppo di lavoro fantastico, composto da brave persone, grandi professionisti, compagni di viaggio, con loro ho vissuto momenti di gioia e dolore, condiviso emozioni e assaporato vittorie e sconfitte” continua Naldi, sottolineando di aver dato il massimo e di essere stato professionale al 100 per cento”. Il fisioterapista si dichiara addolorato di non far più parte dell’équipe: “Fa male pensare di non esserne più parte, dura non essere nel box con voi e tifare per Jannik, ma dovrò abituarmici in fretta. Grazie Vagno, Darren, Umbe, Vipo, è stato un viaggio bellissimo, una storia indimenticabile”.