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martedì, Ottobre 8, 2024
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Filtri e caraffe per l’acqua del rubinetto: ne vale davvero la pena?

In Italia, la maggior parte dell’acqua disponibile nelle abitazioni proviene da falde sotterranee, trattata per rispettare 59 parametri di qualità, rendendola tra le più sicure al mondo. Tuttavia, secondo l’Istat, circa il 28,8% delle famiglie non si fida completamente dell’acqua del rubinetto, una percentuale che aumenta per chi non gradisce il suo sapore; il 66,7% delle famiglie preferisce quindi bere acqua in bottiglia. Questo ha reso l’Italia uno dei maggiori consumatori di acqua in bottiglia e ha portato alla crescita del mercato dei dispositivi di filtraggio, stimato in 334 milioni di euro all’anno.

Circa 8,9 milioni di famiglie italiane (38%) utilizzano sistemi di filtraggio domestico, motivati dall’idea di migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto. Esistono tre principali tipologie di sistemi di filtraggio: le caraffe filtranti, che rimuovono cloro e alcuni minerali e sono usate dal 13,6% delle famiglie; i filtri applicati al rubinetto, presenti nel 12% delle case; e i sistemi di microfiltrazione, che utilizzano membrane per purificare l’acqua e sono installati nel 4,4% delle abitazioni. Questi ultimi, anche se costosi, stanno guadagnando popolarità.

Tuttavia, la sicurezza dei sistemi di filtraggio dipende dalla manutenzione. Un filtro trascurato può diventare inefficace e potenzialmente dannoso, rilasciando contaminanti o favorendo la proliferazione di batteri. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che un’eccessiva filtrazione può ridurre l’apporto di sali minerali essenziali. Inoltre, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’acqua del rubinetto in Italia è già potabile secondo severi standard di sicurezza; i dispositivi di filtraggio servono principalmente a migliorare il sapore e l’odore dell’acqua.

Molti produttori di dispositivi di filtraggio fanno affermazioni fuorvianti, pubblicizzando i loro sistemi come capaci di prevenire gravi malattie. L’Antitrust ha preso provvedimenti contro pratiche ingannevoli, mentre AquaItalia si oppone a queste affermazioni. Anche i sistemi di filtraggio possono avere un impatto ambientale positivo, contribuendo a ridurre il consumo di plastica, ma certi sistemi come l’osmosi inversa possono sprecare notevoli quantità d’acqua durante il processo di filtraggio.

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