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giovedì – 10 Luglio 2025

Finanziamenti e ricerca biomedica: il futuro della salute in Italia

La ricerca biomedica in Italia si trova attualmente in una situazione complessa, caratterizzata da un investimento annuo di 2,8 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo proviene dall’industria farmaceutica. Questi dati sono stati rivelati durante un convegno della Confederazione Oncologi, Cardiologi ed Ematologi, dove il presidente Francesco Cognetti ha evidenziato una persistente insufficienza delle risorse pubbliche.

L’Italia occupa il quarto posto nell’Unione Europea per il numero di trial clinici avviati dal 2022, con 2.674 studi, preceduta da Spagna, Francia e Germania. Tuttavia, il Paese investe solo il 1,3% del suo PIL nella ricerca biomedica, collocandosi al 18° posto in Europa. Le fonti pubbliche forniscono solo il 39% del finanziamento totale, mentre l’industria farmaceutica contribuisce con 1,3 miliardi.

Cognetti ha sottolineato anche una carenza di personale specializzato e la lentezza nei processi di approvazione delle sperimentazioni, che influiscono negativamente sulla ricerca indipendente, specialmente in oncologia, dove solo il 20% degli studi è non profit. Inoltre, i pazienti affrontano tempi di attesa prolungati per accedere a nuovi farmaci, ben oltre 500 giorni.

A questo si aggiunge un sistema di ricerca che risulta frammentato, con oltre 54 IRCCS distribuiti nel paese, molti dei quali conducono pochi o nessuno studio clinico. I finanziamenti pubblici sono aumentati leggermente nel 2024, ma la mancanza di coordinamento tra le diverse istituzioni comporta il rischio di risorse insufficienti per una ricerca efficace. Una maggiore integrazione tra enti pubblici di ricerca e IRCCS potrebbe migliorare la situazione, facilitando l’innovazione e l’accesso a nuove terapie.

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